IL FESTIVAL PARTE DA GORIZIA CON I DATI DEL CAMBIAMENTO
Paoletti: <La pandemia ha velocizzato tutti gli aspetti della nostra vita, siano essi sociali o economici e produttivi, cambiamenti che dobbiamo gestire da subito>.
Il Festival del Cambiamento organizzato dalla Camera di commercio Venezia Giulia con The European House – Ambrosetti è partito questo pomeriggio da Gorizia. Coordinato dal direttore de Il Foglio, Claudio Cerasa, l’evento è stato introdotto dal presidente camerale, Antonio Paoletti, che ha inteso ricordare in apertura quanto sia fondamentale in questo momento andare ad analizzare quelle che ormai sono definite le sfide della nuova normalità. <Temi come Le città e le società del futuro oppure Le tecnologie che cambieranno la nostra vita, sono questioni – ha detto Paoletti – che vanno affrontate e gestite da subito anche perché la pandemia da coronavirus ha velocizzato tutti gli aspetti della nostra vita, siano essi sociali o economici e produttivi. Potremmo dire che sono passati due anni ma che sembrano almeno 15 anni>.
Federico Rampini, editorialista de Il Corriere della Sera, parte da una riflessione: <La segretaria del tesoro Usa, Janet Yellen, ha spiegato come vada fatto un ripensamento sulla globalizzazione rilocalizzando nei Paesi amici, questo è il tema che sottopongo alla riflessione di un territorio, la Venezia Giulia, con un tessuto economico imprenditoriale molto estroverso, molto globalizzato ma che forse deve ripensare il concetto di globalizzazione e ristudiare le mappe geografiche e geopolitiche di questa globalizzazione>.
In apertura del forum è stato Lorenzo Tavazzi, Partner e Responsabile scenari e intelligence di The European House – Ambrosetti a tracciare il contesto economico e sociale attuale. Transazione digitale e cambiamento del mix socio-demografico. Due onde “lunghe” dalle quali si propagano le onde del cambiamento, otto megatrend, con impatti immediati sulla società, sul business e sui sistemi territoriali. A incidere sulla potenza di questi movimenti ci sono poi il grado di instabilità geopolitica, sociale e finanziaria e i grandi sviluppi tecnologici. L’andamento del Global Uncertainty Index ha iniziato a crescere, oltre ie i 200 punti, dall’ottobre 2019 arrivando a due picchi da 437,2 punti ad aprile 2020 e a 337,3 dell’aprile 2022.
Otto i megatrend che avranno ricadute sul prossimo futuro:
• Una nuova globalizzazione nella quale i mercati emergenti passeranno dal 28% sul Pil mondiale del 2010 al 39% atteso entro il 2030. Sta aumentando l’attenzione verso i mercati “di prossimità” e per l’Italia sarà fondamentale rafforzare il posizionamento dell’export nelle aree a maggior potenziale di crescita. In questo contesto si inserisce il passaggio dalla condizione di indipendenza a quella di interconnessione tra le principali economie con il conseguente aumento dei prezzi delle commodity energetiche – il prezzo del petrolio è cresciuto di 4,9 volte tra aprile 2020 e aprile 2022 e quello del gas naturale in Europa di 15 volte nello stesso periodo.
• Per quanto riguarda le alleanze geopolitiche e le nuove tendenze socio-economiche, si sta aggravando la contrapposizione tra il gruppo a guida occidentale e quello dell’asse russo-cinese. A fronte della grave crisi demografica dell’Europa si inserisce la “transizione etnica”: l’Italia negli ultimi vent’anni ha assistito ad una crescita della popolazione straniera di 3,4 volte (da 1,5 a 5,2 milioni), con un’incidenza sul totale passata dal 2,7% del 2003 all’8,8% di inizio 2022.
• Gli spazi urbani, dove in Italia vive l’82% della popolazione, richiedono una trasformazione a partire dal ripensamento dei servizi offerti (come, ad esempio, nel modello della “città dei 15 minuti”), dall’introduzione di nuove forme green nell’edilizia e dalla diffusione della mobilità in sharing e ad impatto zero.
• La diffusione di nuovi stili di vita, lavoro e consumo ha portato a un cambiamento in tante realtà professionali e nell’organizzazione aziendali, con una crescita del remote working arrivato al 25% dei lavoratori nella fase post pandemia. L’e-commerce crescerà del 18% dal 2020 al 2025 a discapito del commercio al dettaglio.
• La popolazione oggi vive più a lungo e gli over 65 sono destinati ad aumentare del 10,6% entro il 2050, questo comporta la crescita dell’economia della longevità che nel 2024 potrebbe generare 6.400 miliardi di Euro (pari al 32% del PIL UE) e 88 milioni di posti di lavoro (38% del totale UE). L’aumento dell’età media comporterà una riduzione dell’età lavorativa che in Italia passerà dagli attuali 38,8 milioni a 36,9 milioni nel 2030. La spesa pubblica in welfare e sanità ha un tasso di crescita del +2,5% nel 2020 e del +2,3% nel 2021.
• Le aziende, in particolare le PMI, stanno prestando sempre più attenzione alla sostenibilità: il 28% delle imprese italiane (rispetto al 32% nell’UE-27) offre prodotti o servizi ecologici, mentre il 12% (rispetto all’11% nell’UE-27) è intenzionata a farlo nei prossimi 2 anni. Il 46% delle imprese italiane ha definito o prevede di definire una strategia di riduzione della propria impronta di carbonio (rispetto al 43% nell’UE-27). Il 28% degli italiani inoltre risente sia necessario rivedere il modo in cui si consuma.
• Nel corso degli ultimi anni è cresciuto molto il ricorso alla tecnologia per le imprese, con il 59% delle realtà con più di 10 dipendenti che si appoggiano a un Cloud a fronte di una media UE del 35%.
• Continuano a crescere anche gli strumenti di comunicazione: nel mondo, quasi 2 persone su 3 accedono ad Internet (62,5% della popolazione mondiale), con un incremento del +4% rispetto al 2021 (+192 milioni), mentre il 58,4% della popolazione mondiale utilizza le piattaforme social (+10% rispetto al 2021).
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FOCUS FVG
• Nell’ultimo decennio, la performance esportativa della Venezia Giulia è stata superiore alla media nazionale e del Nord-Est. Nel 2021, l’export della Venezia Giulia ha superato i livelli pre-pandemici con valori superiori agli altri territori di riferimento (+28,2%), grazie soprattutto al traino dell’area triestina (+32,7%). Inoltre, nel tempo, il territorio giuliano ha ridotto la dipendenza dal mercato europeo e nord- americano, diversificando i mercati di destinazione delle proprie produzioni.
• Demografia e nuova longevità: la Venezia Giulia è meno esposta al fenomeno della multi-etnicità nella propria composizione demografica, ma deve fronteggiare il progressivo depopolamento iniziato nei primi anni Novanta. Infatti, la popolazione in Venezia Giulia si è ridotta del 7,2% rispetto ai livelli del 1992, con picchi nella Provincia di Trieste (-11,4%), dove si è registrata una contrazione dello 0,4% rispetto alla situazione pre- pandemica. Inoltre, la “piramide demografica” della Venezia Giulia è più spostata sulle fasce anziane: più di un quarto dei residenti è over 65.
• Nuovi modelli ispirati alla sostenibilità: le imprese che hanno realizzato iniziative per la sostenibilità in Friuli Venezia Giulia sono allineate alla media nazionale (65% rispetto alla media di 66% nazionali) ma permane un gap nell’adozione di pratiche circolari nei processi produttivi. Il Friuli Venezia Giulia è anche tra i territori italiani in cui è più difficile reperire lavoratori con competenze in ambiti green (il 44% dei lavoratori con elevate competenze green è di difficile reperimento).
• Accelerazione e convergenza tecnologia: grazie all’entroterra triestino, il Friuli Venezia Giulia è la «Silicon Valley» del Nord-Est ed è tra le prime regioni in Italia per propensione all’innovazione tra le imprese; il territorio vanta un elevato tasso di scolarizzazione, con una incidenza superiore dei laureati di 4,1 punti percentuali rispetto alla media italiana.
• Nuove tecnologie e digitalizzazione: gli abitanti del Friuli Venezia Giulia mostrano una buona predisposizione all’uso del canale digitale (il 61% della popolazione usa Internet tutti i giorni) e in media 7 aziende su 10 sono presenti sul web.
Il Festival del Cambiamento è organizzato dalla Camera di commercio Venezia Giulia in collaborazione con The European House – Ambrosetti, ha quale main sponsor BAT Italia, è sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia e dalla Fondazione CRTrieste ed ha ricevuto il Patrocinio della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Comune di Trieste, del Comune di Gorizia e dell’Università degli Studi di Trieste.